Il progetto nasce grazie ad una convenzione stipulata nel maggio 2021 tra la Fondazione Lisio e l'Associazione Italia Nostra - Sezione di Pinerolo che pone in essere attività di reciproca collaborazione su iniziative di carattere scientifico e culturale.

Ringraziamo per la gentilezza e la collaborazione il presidente della Sezione Pinerolo, Maurizio Trombotto.

a cura di Alessio Francesco Palmieri-Marinoni

Considerazioni preliminari

Dalla lettura degli affreschi è possibile ascrivere le tipologie vestimentarie ad un arco compreso tra il 1470 ed i primissimi anni del XVI sec., sebbene sia estremamente presente una forte matrice ancora di gusto pienamente tipico degli anni cinquanta del Quattrocento.
Grazie ad un’attenta analisi è possibile poter individuare tre nuclei fondamentali di tipologie di abbigliamento:

1. abiti teatrali o all’hantica per le scene mitologo-romane;
2. abiti di matrice savoiardo-fiamminga (in particolar modo dell’area delle Fiandre)
3. abiti di matrice viscontea con numerosi elementi ascrivibili al centro nord e nord-est italiano

Si riscontrano numerose similitudini con gli abiti presenti negli affreschi del Castello di Issogne; tale considerazione emerge dal confronto serrato con le porzioni di affresco aventi per soggetto Amedeo IX di Savoia e il suo seguito. La parte milanese risulta essere più di gusto «italiano»; l’artista sembra quasi aver voluto evidenziare come la corte sabauda fosse altro rispetto alla penisola e, conseguentemente, sottolineare una differenza anche di natura politico-culturale.

Ad eccezione di alcune foderature (in ermellino per Amedeo IX) e per le lacunose tracce di colore presenti nella sola figura del bambino (riconoscibile un panno di lana blu e delle profilature in velluto unito dello stesso colore), la totale assenza della cromia non permette di poter determinare le tipologie tessili degli abiti se non per deduzione data dalle assonanze con elementi simili e coevi.