Il Mercato delle Gaite trae ispirazione dall’antica divisione di Bevagna (PG) in quattro quartieri denominati Gaite. Su di essa si basava l’organizzazione amministrativa della città in epoca medievale.
Nell’opera “Studio su Bevagna” del conte Giulio Spetia si legge: "per ragioni amministrative e di vigilanza il comune viene suddiviso in quattro gaite o guaite; le divide, in senso longitudinale, la via Flaminia e in senso trasversale, le due strade che dalla piazza principale raggiungono Porta Guelfa e Porta Molini. Oltre la piazza in direzione sud, a sinistra della via Flaminia, si trova la Gaita Santa Maria".
Da 30 anni esatti il Mercato delle Gaite rievoca l'attività di mercato il cui spunto giunge dalle pagine fitte di armoniosa scrittura cinquecentesca, i vecchi Statuti, che elencavano, organizzavano, dividevano la città in quattro gaite o guarie o porte. E da trent’anni la Gaite trasformano Bevagna in un museo vivente, itinerario archeologico ed economico, volgendo un lavoro di seria ricerca storica.
Il vero punto di forza del Mercato delle Gaite è la riscoperta e la riproposizione della quotidianità dell’uomo medievale tra il 1250 e il 1350.
Maestri dell’arte ed esperti artigiani svelano i segreti degli antichi Mestieri Medievali, mostrando le fasi e gli strumenti di lavoro della produzione di carta bambagina, candele di cera d’api, dipinti e tessitura della seta. Gli unici quattro Mestieri del Mercato delle Gaite aperti tutto l’anno. Visite guidate e laboratori permettono ad un pubblico di ogni età di assaporare, conoscere e sperimentare i segreti dell’ars medievale.
Presso la Gaita S. Maria si narra l’Arte della Seta : con la dimostrazione dell’allevamento del baco da seta, la preparazione del filato con la trattura e poi la torcitura, la tessitura.
La Fondazione Lisio ha contribuito all'allestimento della "Bottega delle Sete" con i suoi velluti, broccati e filaticci, in seta e metalli preziosi, i cui disegni - elaborati da Giuseppe Lisio nei primi trent'anni del '900 - ripropongono, in maniera filologicamente corretta, il periodo di rievocazione del Mercato delle Gaite: l'arco di tempo compreso tra il 1250 ed il 1350.
I tessuti creati dall'Arte della Seta Lisio sono da sempre ispirati da fonti antiche che spaziano in tutti i campi delle Arti: dai dipinti ai mosaici, dai disegni dei tessuti e dei ricami alle miniature.
In un evento dove si rievoca il Medioevo, l'Arte della Seta Lisio ha mostrato quella parte dei suoi tessuti che riproduce disegni medioevali che compaiono in dipinti come i tessuti il "Giottesco" e l' "Agnolo", opere in tarsie marmorea come il "S. Giovanni", tessuti antichi come il "Leoni" e il "Cangrande", miniature e decorazioni parietali come il "Vaio", ricami come l' "Assisiano". Tutti tessuti che si ispirano a tipologie ornamentali medioevali.
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Nella lavorazione della seta particolare menzione merita il torcitoio circolare da seta. Esso rappresenta la prima macchina operativa complessa che l’uomo abbia mai costruito.
La prima immagine giuntaci della macchina si trova ne “Trattato dell’arte della seta in Firenze” del 1486. Sulla base del “Trattato” e con le conoscenze storiche acquisite nel settore, la Gaita di Santa Maria ha ricostruito il torcitoio circolare a energia umana facendone l’unico esemplare funzionante al mondo.
Ha circa due metri di diametro ed è alta poco di più. I suoi elementi operativi sono ripetuti parecchie decine di volte, consentendo di torcere in modo regolare 80-150 fili contemporaneamente. Un uomo collocato all’interno, la muove mentre un operatore all’esterno provvede alle varie esigenze della torcitura.
Esso, durante la manifestazione del Mercato delle Gaite, è certamente fra gli strumenti d’epoca presenti, il più prestigioso per il suo valore storico e culturale e inoltre, nell’ambito di una riproduzione il più possibile fedele dei mestieri medievali, è sicuramente la macchina riprodotta nel modo più corretto per quanto riguarda le fonti di energia, immune dalla contaminazione con le tecnologie contemporanee: utilizza solo la forza delle braccia.