I dipendenti della Brioni hanno partecipato al corso formativo personalizzato in "Riconoscimento dei tessuti – merceologia e tecnologia tessile", con lo scopo di approfondire la conoscenza delle fibre tessili, nelle loro proprietà fisico-chimiche, le caratteristiche per la lavorazione e la produzione di stoffe, così come i processi produttivi dell'industria tessile.
Dalla docente Eva Basile il racconto di questa nuova ed interessante esperienza.
di Eva Basile
L’attenzione per le lane più fini e pregiate, di cui gli otto giovani sarti giunti a Firenze per un breve soggiorno di studio erano entusiasti testimoni, ce li ha fatti subito sentire vicini, partecipi di uno stesso sentire.
La nostra è una cultura artigianale centrata sulla seta, la fibra che più di ogn’altra si sposa con le lane extrafini. Strada facendo abbiamo scoperto assieme come siano simili i nostri interessi.
In faille ed ottoman ad esempio, sono intrecciati i revers delle giacche da cerimonia, in reps le stoffe per le cravatte.
Noi in Fondazione studiamo quelle tipologie in modo teorico, loro le usano, ogni giorno.
I ragazzi non conoscevano la differenza fra la seta cruda e quella sgommata, fra organzini e sete caricate, un po’ come noi non ci siamo finora mai interessati a tessuti super 170’s e diamo per scontata l’esistenza della batavia, un intreccio che chiamiamo prosaicamente saia 2.2 e che utilizziamo davvero di rado.
Loro, i giovani sarti, ne erano entusiasti, la cercavano in ogni tessuto: in effetti senza quel piccolo e regolare intreccio non esisterebbero le grisaglie, il Principe di Galles, il Pied de poule… come potremmo vestire un gentleman?
In aula erano disponibili un paio di telai da campionatura che hanno visto avvicendarsi i ragazzi nella tessitura pratica di tele, saie e batavia: un’altra opportunità preziosa per meglio comprendere le caratteristiche di questi intrecci.
Abbiamo anche scoperto come nella cravatteria e in alcuni tessuti da cerimonia vi siano accenni di tessitura Jacquard, lo specifico della Fondazione.
È stato così chiarito cosa sia un damasco e un broccato, come si differenzino e si riconoscano.
Oltre ai frammenti da osservare e scampionare, è stato possibile vedere come, praticamente, al telaio, queste stoffe siano realizzate. Poter osservare i macchinari e vedere i tessitori a lavoro è sempre molto istruttivo ed interessante.
La Fondazione Lisio non è solo una scuola.
É un opificio nel quale le tecniche artigianali ancora vivono, ogni giorno.
Nel 1945 Brioni apre a Roma, in via Barberini 79, la sua prima boutique, diventando ben presto il marchio di riferimento per le icone del cinema e personalità del mondo della politica e del business.
Nel 1952, Brioni è il primo marchio della storia ad organizzare una sfilata di moda maschile. L’evento, tenutosi all’interno della Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze, introduce nuove silhouette, colori brillanti e tessuti innovativi nell’universo dell’abbigliamento uomo.
Conosciuta per i suoi abiti bespoke, le collezioni sartoriali ready-to-wear ed i prodotti in pelle, nel corso della sua storia ha introdotto concetti innovativi come il trunk show ed il Prêt-Couture - o ready-to-wear Haute Couture - ed è stata un punto di riferimento per il mondo dell'intrattenimento, delle istituzioni e del business.
Nel 1959 apre a Penne, in Abruzzo, culla della tradizione sartoriale italiana, la sua prima sede produttiva Brioni Roman Style. Una fabbrica d’avanguardia che dà avvio al concetto di Prêt Couture e che consolida il successo internazionale del marchio.
Nel 1985, l’Azienda fonda a Penne la Scuola di Alta Sartoria con l’obiettivo di trasmettere alle giovani generazioni il sapere dell’arte sartoriale Brioni.
Nel 2016, con l’apertura del Flagship Store di Parigi, Brioni introduce un nuovo store concept sviluppato da David Chipperfield Architects, che sintetizza l’essenza di Roma, dove le radici e la tradizione sartoriale Brioni si fondono con il presente e il futuro, ed enfatizza l’identità distintiva del marchio.